L’elettrocardiogramma – noto con l’acronimo ECG – consiste in un esame diagnostico atto a misurare e registrare l’attività elettrica del cuore. Infatti, ogni battito cardiaco genera degli impulsi elettrici che viaggiano attraverso l’organo e ne coordinano il movimento, permettendo dunque al sangue di essere pompato all’interno di tutto il corpo.
Cos’è e come si esegue
L’ECG cattura gli impulsi tramite degli elettrodi che vengono posizionati sulla pelle del paziente. Generalmente, essi vengono posti su torace, polsi o caviglie e sono collegati a un dispositivo che serve a convertire i segnali elettrici in un tracciato grafico, il quale può essere visibile su un monitor o anche stampato su carta.
Questo test è completamente innocuo e indolore, poiché il suo scopo è quello di limitarsi a registrare l’attività elettrica senza emettere alcun tipo di radiazione o corrente verso il paziente. Si tratta quindi di un esame non invasivo e completamente privo di rischi. Esso può essere ripetuto svariate volte senza generare effetti collaterali e, anche per questo, viene considerato uno strumento diagnostico di routine, con un utilizzo costante all’interno di ambulatori e ospedali.
All’atto pratico, il paziente è invitato a sdraiarsi su un lettino. Successivamente, il tecnico – o lo stesso medico – provvederà ad applicare una serie di piccoli elettrodi adesivi o delle piccole pompette metalliche sulla pelle, collegati tramite cavi all’apparecchiatura preposta per l’esame diagnostico. Il processo di registrazione dell’elettrocardiogramma dura al più qualche manciata di secondi ma, nonostante le tempistiche ridotte, il risultato può fornire informazioni essenziali sulla salute del cuore.
Quando si fa un elettrocardiogramma?
L’ECG può essere prescritto in diverse circostanze. Innanzitutto, viene richiesto dal medico quando un paziente manifesta sintomi che possono indicare problematiche cardiache, come per esempio:
- Dolore toracico (che può suggerire problemi come angina pectoris o infarto);
- Palpitazioni (che potrebbero indicare battito regolare o troppo rapido);
- Difficoltà respiratorie;
- Affanno;
- Vertigini;
- Stordimento;
- Senso di debolezza;
- Stanchezza anomala;
- Lipotimie o sincopi (perdita di coscienza).
Al di là della sintomatologia specifica, l’elettrocardiogramma viene comunque incluso spesso negli esami di controllo generali, specialmente in pazienti con età avanzata o che palesano dei fattori di rischio come fumo, ipertensione, colesterolo alto, diabete, o che possono presentare altre problematica, come disfunzioni ormonali. Inoltre, viene raccomandato come parte di una valutazione preoperatoria prima di intervenire chirurgicamente su qualsiasi apparato, così come screening per chi pratica attività sportiva ad alto impatto fisico.
Che informazioni dà?
L’ECG rappresenta una delle principali risorse per ottenere una visione dettagliata del funzionamento del cuore. Questo perché è in grado di manifestare vari aspetti del battito cardiaco, come frequenza, ritmo e regolarità. Quindi, basandosi sulla sua lettura, il medico può valutare se il cuore batte troppo rapidamente (e in quel caso si parla di tachicardia) o troppo lentamente (bradicardia). Quando invece il ritmo è irregolare, si parla di aritmia.
Analizzando atri, ventricoli e posizione del cuore, l’ECG può inoltre rivelare danni pregressi al muscolo, oltre che l’individuazione di anomalie di conduzione elettrica che possono alterare il flusso del sangue all’interno del cuore o nei vasi sanguigni.
In che patologie è dirimente?
L’elettrocardiogramma è essenziale per la diagnosi e la gestione di numerose patologie cardiache. Tra le principali troviamo:
- Aritmie: possono manifestarsi con battiti irregolari e necessitano monitoraggio costante per comprenderne frequenza e gravità
- Cardiomiopatie: alterano la struttura e la funzionalità del cuore e possono aumentare il rischio di scompenso cardiaco
- Cardiopatie ischemiche: il cuore non riceve abbastanza ossigeno a causa della riduzione di flusso sanguigno, portando ad angina o infarto
Inoltre, quando si presentano patologie dei nodi sinusale atrioventricolare, l’ECG rivela blocchi e anomalie di conduzione che possono eventualmente richiedere l’impianto di un dispositivo detto pacemaker.
Che preparazione richiede un elettrocardiogramma?
Per eseguire l’elettrocardiogramma è consigliabile che il paziente indossi abiti comodi per facilitare l’accesso al torace, ai polsi o alle caviglie. Meglio evitare l’utilizzo di creme e lozioni sulla pelle, poiché potrebbero compromettere l’adesione degli elettrodi. Inoltre, in questi casi è consigliabile evitare esercizi fisici o l’assunzione di bevande stimolanti, poiché potrebbero influenzare il battito cardiaco e, dunque, alterare il risultato dell’ECG.
Al termine dell’esame non c’è alcuna tempistica per il recupero: il paziente, infatti, può tornare subito alle sue attività quotidiane.