La condizione nota come iperprolattinemia si palesa come caratterizzata da elevati livelli di prolattina all’interno del sangue. La prolattina è un ormone prodotto dall’ipofisi anteriore, che svolge un ruolo cruciale nel processo di regolazione della lattazione. Livelli eccessivi di tale ormone possono, però, portare a disfunzioni riproduttive per ambedue i sessi.
Si tratta di una delle disfunzioni più comuni a livello endocrino, con una prevalenza che attualmente si stima tra lo 0,4% e il 5% della popolazione generale. Viene diagnosticata con più frequenza soprattutto nelle donne in età fertile ma, come già accennato, può manifestarsi in ogni caso per entrambi i sessi e in differenti fasce d’età.
Fattori di rischio e cause
Tendenzialmente, le cause della condizione di iperprolattinemia possono essere classificate in tre differenti categorie:
- Cause fisiologiche: come per esempio la gravidanza, l’allattamento, lo stress o un intenso esercizio fisico.
- Cause patologiche: adenomi ipofisari (prolattinomi, ovvero neoplasie), ipotiroidismo primario, insufficienza renale cronica o sindrome dell’ovaio policistico sono le principali condizioni patologiche tali da scatenare iperprolattinemia.
- Cause farmacologiche: numerosi farmaci possono elevare i livelli di prolattina, interferendo con i meccanismi dopaminergici che normalmente vanno a inibire la secrezione di tale ormone. Per esempio, gli antipsicotici, gli antidepressivi triciclici e gli antiemetici.
Come si fa la diagnosi
I sintomi per cui i pazienti vengono all’osservazione del medico sono ingrossamento, turgore e lieve dolenzia delle mammelle con produzione di liquido siero-lattescente dal capezzolo (galattorrea). I capezzoli inoltre diventano più scuri. Quando questo processo avviene negli uomini, con conseguente ingrossamento della zona mammaria, si parla di ginecomastia.
Per individuare questa condizione, la diagnosi si basa inizialmente sul riscontro di livelli sierici elevati di prolattina tramite un semplice esame del sangue. In questo caso è particolarmente importante l’esclusione di cause fisiologiche e farmacologiche prima di procedere con ulteriori e più dettagliate indagini.
Quando ci si trova di fronte a un caso di iperprolattinemia persistente, è indicato procedere con una risonanza magnetica dell’ipofisi per individuare la presenza di eventuale adenomi o altre potenziali anomalie strutturali. Infine, ulteriori test di funzionalità tiroidea possono rivelarsi certamente utili al fine di identificare possibili cause secondarie.
Il prelievo per la prolattina è molto suscettibile anche dello stress legato alla puntura per il prelievo. Spesso il medico o il laboratorista consigliano di effettuare un prelievo con posizionamento di agocannula e seriato nel tempo, ovvero dopo 20 e 60 minuti dalla puntura per il prelievo. Vengono inoltre studiati gli altri ormoni ipofisari in quanto spesso l’aumento della prolattina può essere associato ad aumento di altri ormoni prodotti dalla stessa ghiandola.
Cenni di trattamento
Il trattamento per l’iperprolattinemia dipende dalla causa scatenante di tale patologia.
Nel caso in cui si avesse a che fare con i prolattinomi, gli agonisti dopaminergici come cabergolina e bromocriptina possono rappresentare dei farmaci in prima linea per risolvere il problema, poiché efficaci sia nel ridurre i livelli di prolattina che le stesse dimensioni della neoplasia. Qualora invece il tumore andasse a causare compressione delle strutture circostanti (o anche in caso di resistenza e intolleranza ai farmaci), si renderebbe necessario un intervento chirurgico.
Per iperprolattinemia dovuta invece ai farmaci, la sospensione del medicinale incriminato può risolvere la condizione. Nel caso in cui invece ci fossero cause secondarie, come l’ipotiroidismo, il trattamento della patologia di base andrebbe ad assumere importanza capitale.
Perché è importante fare prevenzione
L’iperprolattinemia è una condizione che va riconosciuta in maniera tempestiva: è altamente essenziale al fine di prevenire complicanze come infertilità, calo del desiderio sessuale, osteoporosi o disfunzioni sessuali, sia negli uomini che nelle donne.
La prevenzione in questo caso si base principalmente sui fattori di rischio modificabili e sull’adeguata gestione delle cure mediche predisponenti. Ovviamente, un regolare monitoraggio e una valutazione endocrinologica appropriata rappresentano strumenti fondamentali per garantire una diagnosi precoce e un efficace trattamento.