I noduli tiroidei sono piccole formazioni che si sviluppano all’interno della tiroide, una ghiandola endocrina posizionata nella parte anteriore del collo, nella sua parte inferiore, e incaricata della produzione di ormoni vitali per il metabolismo. Queste formazioni, più comuni nelle donne, sono spesso scoperte casualmente durante esami di routine oppure in corso di altri esami diagnostici effettuati per altri motivi. Possono avere una composizione liquida, solida o mista, e talvolta rientrano in condizioni come il gozzo nodulare, una delle patologie endocrine più diffuse.
La prevalenza di noduli tiroidei nella popolazione generale è in crescita e, secondo gli ultimi dati, arriva ad interessare oltre il 30% della popolazione. Sebbene siano per lo più innocui, tutti i noduli meritano sempre un’osservazione medica e vanno seguiti nel tempo. Alcuni noduli, quando crescono oltre certi limiti, possono causare sintomi compressivi, come difficoltà respiratorie o deglutizione, oltre a possibili problemi estetici. Prevenirli o all’occorrenza curarli evita al paziente di andare incontro a complicazioni come ipertiroidismo che rende necessario un trattamento più specifico.
I sintomi dei noduli tiroidei
I sintomi dei noduli tiroidei possono variare ampiamente e dipendono dalle dimensioni e dalla posizione del nodulo, oltre che dalla funzionalità tiroidea. Nella maggior parte dei casi, soprattutto per noduli di piccole dimensioni, non si avvertono sintomi specifici. Tuttavia, quando i noduli aumentano di volume possono causare:
- Dispnea: i noduli di dimensioni maggiori possono comprimere o deviare la trachea, causando problemi respiratori.
- Disfagia: i noduli a carico del lobo sinistro possono provocare la compressione dell’esofago, e rendere difficile la deglutizione.
- Sensazione di costrizione o pressione: un senso di oppressione o di corpo estraneo nel collo può essere avvertito a causa dell’ingrossamento della tiroide.
In casi specifici, quando coesiste anche una disfunzione della produzione degli ormoni, i sintomi possono fondersi con quelli dell’ipotiroidismo o dell’ipertiroidismo:
- Nervosismo e irritabilità;
- stanchezza e perdita di concentrazione
- Palpitazioni;
- Perdita di peso non intenzionale o difficoltà a perdere peso;
- Sudorazione eccessiva;
- alterazioni del ciclo mestruale;
- perdita di capelli;
- accumulo di liquidi nel sottocute.
Come confermare la diagnosi?
Per confermare la presenza di un nodulo tiroideo e comprenderne la natura, il primo esame da eseguire è un’ecografia tiroidea, che permette di valutare con precisione le dimensioni, la vascolarizzazione e la composizione dei noduli, siano essi solidi, liquidi o misti. L’eco tiroide è un esame sicuro, affidabile e non invasivo che ha una altissima sensibilità e specificità per la diagnosi dei noduli tiroidei; ciò consente al medico di sospettare o escludere la malignità di un nodulo. A seguito di questa valutazione iniziale, possono essere prescritti ulteriori esami diagnostici.
Gli esami del sangue sono utili per valutare la funzionalità della tiroide e identificare eventuali ipo o iperfunzioni della ghiandola, e la presenza di malattie autoimmuni, come la Tiroidite di Hashimoto. I noduli della tiroide, infatti, sono molto più frequenti nei pazienti che soffrono di questa patologia.
Quando il nodulo ha delle caratteristiche ecografiche sospette, oppure quando supera determinate dimensioni, l’endocrinologo può consigliare la procedura di aspirazione di cellule dal nodulo mediante agoaspirato (FNC o FNAC). Questa è una procedura minimamente invasiva, che consente di prelevare campioni cellulari da analizzare tramite esame citologico per determinare se il nodulo è benigno o, più raramente, maligno.
Nei casi in cui si sospetti una iperfunzione della tiroide, la scintigrafia tiroidea consente di individuare noduli “caldi”, ossia iperfunzionanti, come ad esempio accade nell’adenoma di Plummer. La scintigrafia non è più, comunque, un esame di prima scelta nella diagnosi dei noduli tiroidei.
I metodi per curare i noduli alla tiroide
Quando i noduli tiroidei sono benigni, non presentano sintomi, sono di piccole dimensioni e non compromettono la funzione della tiroide, in genere non è necessario un trattamento immediato. In questi casi, è necessario esclusivamente un monitoraggio periodico per tenere sotto controllo la situazione. Se, invece, i noduli sono iperfunzionanti e producono un eccesso di ormoni, lo specialista può indicare una terapia farmacologica per ridurre questa produzione, ripristinando il normale equilibrio tiroideo.
In altri casi, il medico può ritenere necessario indirizzare il paziente ad eseguire un intervento chirurgico. Ciò accade quando i noduli sono di grandi dimensioni, causano sintomi compressivi significativi, influenzano negativamente l’estetica del collo o si sospetta una natura maligna. La procedura, chiamata tiroidectomia, è un intervento delicato per la zona anatomica in cui si va ad operare, ed è attualmente consigliata solo quando non sono possibili altri tipi di trattamento conservativo. Dopo l’intervento, è necessario un trattamento ormonale sostitutivo per mantenere i normali livelli ormonali nel corpo.